Alla squadra IDC 2003
di Riccardo Colaianni
Eppure, nessuno ci avrebbe scommesso neanche uno di quei noiosissimi centesimi che ci tintinnano in fondo alle tasche.
Però il giorno dopo erano in molti coloro che ne reclamavano la paternità, quelli che volevano a tutti i costi dare il proprio nome, affannandosi a legittimare questa Cenerentola prima bastarda e divenuta sorprendentemente principessa nel breve spazio di un fine settimana.
Solo che così è troppo facile.
La parola scommessa ha in sé il germe, l’embrione del rischio, per scontato che possa essere il risultato.
Ed in quel margine di insicurezza è necessario muoversi, trovare il coraggio per il confronto e buttarsi.
L’insicurezza può paralizzare, può rendere schiavi o francamente idioti, mentre nascosti dietro un muro di bla bla incessanti, noiosi e ripetitivi, rende troppo simili a quei ridicoli che pontificano senza mai entrare su un campo di gara, cercando di convincere tutti che un preparatore non è necessariamente un conduttore.
Ma se qualcuno non si butta, non ci sono prodi e non ci sono podi.
Ad attenderti c’è qualcuno che sventola bandiere soltanto se il paracadute si è aperto, se il tuffo è stato perfetto, se hai segnato un gol.
Viceversa, solo sbrigative esequie, neppure il nome sulla lapide.
Niente epitaffi.
Nulla di nulla.
Al massimo, l’alzata di spalla del furbo di turno che vuol fare intendere “tanto si sapeva”.
Ma se nessuno si butta è impossibile scrivere la storia, i libri avrebbero pagine bianche.
Imparare a scrivere ed insegnare a scrivere sono grandi meriti, indipendentemente da ciò che si scrive.
La nostra squadra cenerentola, anzi neppure, visto che quasi arrivava in gara senza scarpe, ha ripetuto il miracolo di Apolda.
Lasciata allo sbaraglio, piccola barca alla deriva, ha tirato fuori un coraggio ed una competenza inaspettata.
Su cinque soggetti, quattro sono riusciti a qualificarsi, alcuni di loro piuttosto bene.
Abbiamo persino sfiorato il titolo, con leggerezza, senza crederci, senza neppure pensarci, e come si usa dire, “con i pochi mezzi a nostra disposizione..” ed i soliti quattro gatti a fare da supporters.
Ho visto lacrime, ho visto il sogno prendere corpo, l’ho ho visto realizzarsi, divenire materia da ectoplasma che era.
…”I have a dream..” diceva qualcuno riguardo al progetto di una vita.
Non certo possiamo metterci al suo livello, ci sono cose importanti ed altre alle quali siamo noi a dare un’importanza che obiettivamente non hanno.
Probabilmente la cinofilia è una di queste, ma ci prende talmente tanto tempo e tante energie da sembrare quasi una cosa importante e come tale degna di grande considerazione.
Una piccola coppa ci ripaga di grandi fatiche fisiche e morali, di giorni troppo freddi o troppo caldi passati a lavorare, di domeniche rubate a pranzi di famiglia, con i parenti che ti guardano male perchè al funerale del vecchio prozio hai preferito un brevetto. Una serie continua di appuntamenti mancati, di tempo speso a coltivare sogni raramente realizzabili e che premiano unicamente coloro che sanno fino in fondo cosa voglia dire mettersi in gioco e rischiare in proprio.
Questa volta è andata bene, sarete eroi per qualche giorno.
Avrete molti padri, tutti vorranno un frammento del vostro successo.
Sarà il momento della condivisione.
Lasciate giocare anche gli altri, ma non dimenticate che il merito è unicamente vostro, come vostro è stato il coraggio, vostro il lavoro e conseguentemente vostri i frutti di tutto ciò.
E se fossero stati marci, invece che turgidi, nessuno li avrebbe reclamati.
La cronaca
Animali selvatici, pianure verdi, canali, biciclette, belle ragazze in vetrina, sentori di cannabis indica che provengono dai caffé.
Questo si staglia davanti ai nostri occhi, fa allargare le nostre narici.
E’ il consueto ritratto, la compiaciuta rappresentazione dell’Olanda, ciò che si aspetta l’immaginario collettivo.
E’ lo stereotipo ripetitivo che non permette di andare un po’ oltre la superficie, che disegna il volto di una nazione per porgerlo a turisti distratti.
Quello sai di trovare, e quello trovi, in un’atmosfera apparentemente congruente, lontano anni luce dai tormenti che portarono Vincent a spuntarsi un orecchio in un accecante bagliore di girasoli.
Il posto che ci ospita è bellissimo.
Abbiamo anche un campo prova ragguardevole.
Il caposquadra olandese è gentile, ci conosciamo da anni. Insieme, abbiamo condiviso e commentato un bel po’ di mondiali. Mi viene incontro amichevolmente, con il fare simpatico di chi ha intenzione di metterti a proprio agio.
Cosa non consueta, permette alla squadre un allenamento supplementare rispetto a quello canonico ed unico che di solito ha luogo il giorno precedente la gara.
I giorni precedenti la prova sono un po’ tutti uguali. Qualche allenamento, qualche gitarella deludente che ti porta a scoprire che il mare del Nord non è poi così dissimile, almeno per colore, al litorale di Ostia che tanto detesti.
L’orario dei pasti è scandito da un’affannosa quanto deludente ricerca di qualcosa di edibile.
Si chiacchiera, si stringono relazioni. A volte non si stringe nulla.
Il primo giorno di prova vede recarsi in pista Gabriele Cruciani con Zuffa della Via del Samurai, Hellen di Casa Coppo con Renzo Cairo e Mauro Dall’Olio con DivinaVom Heiligenwald.
Zuffa totalizza 85 punti, perdendone ben 10 sugli oggetti.
Anche Hellen ha un problema sull’ultimo oggetto ed ottiene 91 punti.
Su quel prato, apparentemente innocuo, ancora ignoriamo che Hellen e Renzo hanno lasciato non solo un oggetto ma l’opportunità di aggiudicarsi il più ambito e prestigioso dei titoli che personalmente credo sarebbe stato assolutamente meritato.
Mauro Dall’ Oglio, con Divina, termina la sua pista al primo angolo, totalizzando 15 punti.
La cagna sarà poi ritirata per un problema fisico.
Intanto al campo il piccolo grande uomo, al secolo Silvano Maccaferri, in compagnia di Bingo Vom Hauss Hastegg si cimenta nell’obbedienza. Il giudice lo congeda con 88 punti. Peccato per un fraintendimento sul riporto in piano che è costato non pochi punti a questo ottimo cane, brillante e determinato. Bingo si farà ampliamente perdonare regalandoci una spettacolare sequenza di difesa dove avrebbe dovuto ottenere, visti i giudizi, almeno 110 punti. invece dei 98 che ha avuto. Ma ognuno di noi, almeno una volta nella vita, incontra il suo arbitro Moreno….
Il mitico Bingo concluderà l’indomani la sua prova con una pista da 93 punti.
Hydra di Casa Coppo, condotta da Florindo Coppo totalizza 89 punti. Un’ottima obbedienza, sia di Hydra sia di un sorprendentemente lucido e professionale Florindo. Purtroppo la cagna non si siede al primo comando dopo i due terra, peccatucci veniali ma assai costosi. Mi spiace di non aver visto la superlativa prova di difesa di Hydra che pur saltando un revier ottiene 96 punti.
In pista la maledizione degli oggetti colpisce anche lei, che comunque se la cava benissimo, aggiudicandosi 90 punti.
Zuffa ed Hellen entrano insieme per le obbedienze.E’ un gradevole spettacolo: escono rispettivamente con 93 e 95 punti
Nella prova di difesa Zuffa, ferma da quasi un mese per uno strappo muscolare, dà il peggio di sè, mettendo a dura prova le mie coronarie: stenta tutti i lascia e costringe Gabriele a dare diversi doppi comandi, nel lanciato si abbatte sul figurante e prende soltanto in seconda istanza. Nell’ultimo attacco addirittura lascia alla soglia del terzo comando.
Totalizza 78 punti.
Hellen si cimenta in una bellissima prova di difesa.. Di lei si può affermare quanto detto precedentemente per Bingo: 97 punti le stanno stretti.
L’Italia, che all’estero temono e stimano, è di nuovo sul podio.
Trarre alcune conclusione da questi risultati è doveroso.
Sul secondo gradino del mondo, dove sono stato immeritatamente invitato a salire per condividere una splendida giornata di festa, ho pensato alla plusvalenza di quanto abbiamo ottenuto ed a questa eterna dicotomia che vede contrapposte le tecniche di addestramento.
Ognuno di noi ha cercato di dare il meglio del proprio know-how, nel tentativo di imbrigliare il sogno.
Tuttavia, per formazione e per esperienza, tendo, senza nulla togliere a nessuno, a preferire quanti cercano un profondo rapporto di empatia con il proprio cane ed ho una grande simpatia per l’artigiano, per l’oscuro artista, per l’umile cesellatore.
In questa occasione gli artisti hanno trovato il loro momento di gloria, dimostrando con fatti concreti che allo stesso punto di arrivo si può giungere per strade diverse.
In questo loro percorso, nel quale non si concedono scorciatoie, è necessario essere molto attenti nello sfruttare ogni potenzialità, per minima che sia.
Questo comporta una grande consapevolezza, accompagnata da una buona dose di abilità e da altrettanta sensibilità.
Nel nostro mondo globalizzato, queste doti sono divenute assai rare, e quindi degne di grande attenzione.
Coltivarle e diffonderle è dunque un dovere etico che mi auguro di condividere con un sempre maggior numero di amici.