NOI VIANDANTI DI UN SOGNO
di Pierluigi Pezzano
Oggi vi racconto una favola vera. E’ il diario d’ una coinvolgente parentesi di vita percorsa da un viandante in un sogno. Nato d’improvviso I’ho visto crescere, ne ho recuperato i mille frammenti di luce quando s’ è infranto e con stupore mi sono accorto che non era solo un desiderio di cristallo…
Se mi confido come si fa a gente di famiglia è per augurarvi una storia uguale, con in più tutto il bene del mondo perché arrivare terzi alla IDC Siegerprufung in Germania, con una squadra di giovani cani e conduttori non professionisti è un successo da far gridare alla meraviglia.
Cominciai nel 1980 quando per la prima volta fui spettatore della Deutsch Meisterschaft di Nurnberg. Allora salirono sul podio nefl’ordine, lo ricordo ancora, Flax v. Kirchbuhl condotto da Heinrich Fischer, il mitico Bingo v. Ellendonk condotto dal Helmut Scriba e, buon terzo, Cardo v. Wilden Markgraf e si portarono via tutti gli applausi ed un po’ del mio cuore perché furono loro a farmi iniziare il lungo cammino della speranza nel settore dello sport con il Dobermann. In quei giorni cominciavo a sognare sul Dobermann e mi immaginavo, proprio come accade a ciascuno, nelle vesti di membro dell’AIAD, i Dobermann tricolori fra gli applausi e tutto il nostro mondo accanto a loro. Dio com’ è vero che la cinofilia è I’anima bella del mondo!
l’AIAD, con tutti i suoi problemi, ma anche gli inenarrabili momenti di felicità, era però ancora lontana da questo mondo, il mio universo riscaldato da pochi amici e fra questi Barbara Bricci, Ottmar Vogel, Piero Caliandro, Franco Buzzi e Gabriele Prosperi. Spalancando gli occhi sul!’ agonismo sognavo improbabili Olimpiadi dov’ era importante partecipare per vincere. Lealmente, senza forzature. Rinunciando magari a successi che, spenti i riflettori, rivelano una disperante inutilità essendo conseguiti con esemplari destinati a tornar mediocri.
Il calendario continua a strappare le pagine del tempo aggiungendo giorni alla mia vita ed amici al mio cuore, ma anche lasciandomi credere che il sogno poteva avverarsi non solo nella partecipazione. Così ho cominciato un lavoro di gruppo, lungo, tenace, a volte torse faticoso, mai, però privo d’entusiasmo. Il sogno continuava a palpitare non solo nella mia speranza, ma nel Club che stava diventando sempre più vivo ed importante per merito di tanti allevatori e soci diventati amici. Si sono susseguiti gli incontri alle prove, ai campionati sociali di addestramento. Ed ogni volta, lasciate melo dire, è stata una festa ed a celebrarla Carmelo Sesto, Riccardo Colaianni e Mauro Passarelli, tre nomi per tutti i soci del Club.
Ancora altri giorni, poi nell’ultimo Campionato sociale di addestramento uno squarcio di luce: alcuni soggetti capaci di ben figurare non solo in Italia.
Pareva un azzardo ad alcuni che sapevano delle molte vittorie italiane sui ring d’oltre frontiera, ma anche di come tante “speranze” e “promesse” erano naufragate in prova. II sogno, però poteva materializzarsi o finire in tanti altri frammenti, diafani anche loro, e persin progetti che avrebbero dovuto esser dimenticati. Il selezionatore, Carmelo Sesto, mi comunicò i nomi del team AIAD che avrebbe partecipato a Kirchdorf alla sesta edizione del Campionato Mondiale di addestramento IDC. Giuseppe Manforte con Iron della Valle dei Venti, Riccardo Colaianni con Yanez de Gomera del Citone e Savio Casarin con Yoghi Bear del Citone, lo mimai soltanto la mia preoccupazione, ma egli comprese benissimo e tagliò corto: “E’ I’ora, ricordi Bimbis… così o si resta a casa!”
Desidero che non vi siano fraintendimenti, per questo sarò più esplicito. Nessun problema per le unità prese a sé, ottimi cani ed ottimi conduttori, semplicemente avrei preferito evitare di giocarmi in un solo giorno il lavoro di venti anni, come allevatore intendo e soprattutto in Germania al Campionato del Mondo IDC, con due figli di Bimbis (Gale del Citane), che per me rimane il Dobermann di cui vado più fiero. Ma un sogno è un sogno… e così è andata.
Dopo un mese ho rivisto i componenti la squadra italiana a Kirchdorf. Più sereno e fiducioso di tutti Riccardo, d’ altra parte è il nostro decano.
Savio e Giuseppe erano molto più tesi. Per fortuna, con Carmelo assente per cause di forza maggiore, nei giorni di prova molto per loro ha fatto Paolo Bianchi, noto pastorista, passato (purtroppo solo momentaneamente) al dobermann, per la grande amicizia che lo lega a Savio e, come dice, perché Yoghi Bear è un cane simpatico. Paolo ha accompagnato ed aiutato tutti, da vero tecnico esperto qual è. Ciò può sembrare poca cosa, ma spesso accade che il risultato finale in una prova di tale livello dipenda dall’ultimo consiglio che un tecnico sapiente dà al conduttore mentre lo accompagna all’entrata del campo o anche da un’incoraggiante pacca sulle spalle.
Per parte mia non ho potuto far molto, vista la ragione ufficiale per la quale ero stato invitato a Kirchdorf. Ho potuto soltanto sperare soprattutto che i tre pupilli tacessero una buona figura in attacchi ed in pista. In attacchi per quella nostra radicatissima mentalità che ci condiziona a valutare un soggetto dalla forza della sua performance nella sezione C, in pista perché il giudice non avrebbe certo potuto aiutarli. Se pur condizionato dal mio impegno a giudicare le piste, ho potuto comunque assistere anche alla meravigliosa, storica dimostrazione di professionalità dimostrata dai nostri conduttori sul campo di prova, assieme a numerosissimi soci AIAD che con grande spirito sportivo hanno accompagnato la squadra fino in Germania.
Ed alla fine la classifica: gli attimi che la precedono sono i più lunghi. Paiono eterni. E non sai più se credere al sogno o pentirti d’averlo sperato. Hai paura di vedere dissolversi nell’aria tanti frammenti e di scorgerli poi ricadere a terra, non più luminosi. Non è stato così. Abbiamo vinto. Per la prima volta l’Italia è sul podio. Per questo dico grazie a Riccardo, Savio e Giuseppe e, con la medesima gratitudine, a Carmelo e Paolo. Essi hanno aperto una nuova strada, è il meno che puoi fare per chi fa diventare vero il tuo sogno.